sabato 4 aprile 2009

Indifferenza per sopravvivere


Perché la reazione della maggior parte della popolazione italiana di fronte alla progressiva, deplorevole decadenza legale ed etica del paese è l’indifferenza?
Le cause di questo comportamento, apparentemente incredibile per chi l’osservasse dall’esterno, possono essere molteplici. Ve ne suggerisco alcune, tutte veicolate o amplificate dai mass-media:
1) E’ crollata la fiducia nella giustizia da quando si è, di fatto, messa in dubbio la certezza della pena da corrispondere a moltissimi reati, anche assai gravi. Questo è avvenuto a causa delle leggi ad personam, la corruzione, la lentezza della macchina burocratica, la lunghezza dei processi esasperante che porta alla prescrizione dei reati, ed altro ancora. Talvolta i responsabili ricevono addirittura forme di premio per i loro comportamenti (vedi, e.g., i parlamentari condannati).
2) Gli esempi di rettitudine persistenti - che sono ancora numerosi, fortunatamente - spesso non sono tuttavia presentati come tali (e.g. la delegittimazione e diffamazione dei magistrati, la scarsa attenzione dedicata ai risultati dei processi quando questi arridono alle parti apparentemente deboli).
3) La priorità data alle numerosissime notizie (anche solo presunte tali) di cronaca nera, e l’indurre ad equiparare, nella percezione comune, (mis)fatti locali con quelli accaduti in altre nazioni, sono tali da far sentire la popolazione accerchiata dal crimine - anche laddove in effetti non lo è - e dunque da ingenerare in essa una reazione di difesa e resistenza ai fatti, piuttosto che di condanna, reazione e combattimento. Immaginatevi, per contrasto, il caso in cui fosse la criminalità a doversi sentire accerchiata dagli incensurati (come accade in alcune culture, e.g. in Giappone). Ovvero, è la criminalità che ha raggiunto la massa critica, non l’osservanza delle leggi. E’ la criminalità ad apparire invincibile, non il buon esempio a dimostrarsi inarrestabilmente contagioso.
Questo assetto - in particolare, la sensazione indotta di impotenza effettiva di fronte agli eventi quotidiani - porterebbe la popolazione a sostenere un estenuante condizione di dissonanza cognitiva. Di conseguenza, dove può la gente opta piuttosto per la fuga. Si sfugge con l’indifferenza, il disinteresse, o immergendosi nel disimpegno e nella deresponsabilizzazione - che sono al contempo incentivati anche da altri interessi e pressioni.
Queste, oggi, da noi, sono tecniche di sopravvivenza.

1 commento:

Gian Paolo ha detto...

Condivisibile, senz'altro. E si potrebbe allargare il discorso a molti altri aspetti, più intimi della nostra esistenza. Disinteresse, indifferenza anche verso i sogni, lo spirito, l'amore. Nascere e ri-nascere è un esercizio faticoso ma indispensabile per non spegnersi, abdicare.