sabato 30 gennaio 2010

Un approccio topologico alla comunicazione


Quasi tutte le parole possiedono una molteplicità di significati più o meno espliciti e di accezioni più o meno intenzionali. L'attività comunicativa è di conseguenza necessariamente interattiva, perchè richiede da chi la pratica la necessità di recidere gli assunti non necessari, i risvolti indesiderati e le alternative non funzionali che possono eventualmente generarsi durante la comunicazione stessa.
La trasmissione di significato dal mittente al destinatario presuppone intenzione ed elaborazione da parte di entrambi i protagonisti della comunicazione, allo scopo di convergere consensualmente verso la definizione univoca e l'accezione premeditata del messaggio in palio (il messaggio è il premio del gioco). Pur fissate le regole e le condizioni al contorno della comunicazione, esistono ciononostante, di solito, una molteplicità di alternative di significato e soprattutto di interpretazione del messaggio. La natura fuzzy (sfocata) di molte parole, di cui sopra, è allo stesso tempo un motivo fondamentale della grande varietà di combinazioni lecite ed ammissibili ma spesso non volute, ed un elemento propedeutico all'efficacia e alla potenziale rapidità della comunicazione quotidiana.
Qui mi permetto di proporre una semplice visualizzazione astratta dell'attività comunicativa.

Facciamo riferimento ad un ideale spazio comunicativo in cui visualizzare i vocaboli di una lingua (la scelta della lingua già seleziona lo spazio - o, come gradirebbe l'ultimo Wittgenstein, il tavolo da gioco - tra i molteplici spazi disponibili; ulteriori raffinamenti dello spazio derivano dalla scelta dei registri, dei gerghi e dei codici). Questo spazio sarà tecnicamente multidimensionale, il suo numero di dimensioni essendo dipendente da classi di attributi o categorie di pensiero varie, che qui non importa approfondire. E' importante invece realizzare che in un simile spazio un vocabolo (o una perifrasi auto-consistente con cui si definisce l'equivalente di un vocabolo, nel caso più generale) corrisponde ad una iper-sfera (l'equivalmente multidimensionale di una toppa (patch)), o se volete una pietruzza (ovvero un calculus; da cui il leibnitziano calculemus! a proposito dei ragionamenti logico-verbali?!). La dimensione di questa sfera è proporzionale alla vaghezza del vocabolo stesso. Ad esempio, in ambito di gusti o bellezza, i vocaboli "bello" o "spettacolare" saranno ipersfere più grandi, in quanto più allusive e meno precise, di quelle rappresentanti "rosso" o "acrilico su tela". La indefinitezza dei vocaboli si riflette nella indefinizione del contorno (confine) delle sfere (dove mettereste il confine tra gli estremi opposti di una stessa classe semantica, tipo bello e brutto?). In più - elemento cruciale - le sfere possono parzialmente sovrapporsi (questa proprietà definisce tecnicamente la categoria semantica cui i vocaboli appartengono; ad esempio: i sinonimi di uno stesso vocabolo, tendendo ad esprimere uno stesso concetto con accezioni sottilmente diverse, sono collocabili in un intorno stretto di una stessa sfera (vocabolo) di riferimento, e hanno con essa una sostanziale sovrapposizione; similmente accade con i vocaboli che esprimono le gradazioni di uno stesso concetto).
(Per completare il quadro, dovrei anche definire una opportuna metrica o almeno un concetto di distanza, e il valore costrittivo di alcuni operatori linguistici, come gli aggettivi, avverbi e loro concatenazioni (anche iterative); ma qui preferisco lasciare opportunamente questo incarico ai posteri).

Ammesso questo, la comunicazione si può analizzare o sviluppare in base alla topologia della relazione e interconnessione delle sfere nello spazio comunicativo - la comunicazione come copertura (patching) dello spazio comunicativo che separa mittente e destinatario (che possiamo collocare agli antipodi dello spazio comunicativo). Mi spiego con un esempio. Il mittente origina la comunicazione e debutta con una teoria di parole con la quale cerca, nello spazio comunicativo, di costruire un ponte verso il destinatario. I mattoni che formano questo ponte sono i vocaboli disposti del mittente. Il destinatario riesce a comprendere l'enunciato del mittente se trova un cammino continuo (o talvolta punteggiato: vedi voli pindarici, metafore e analogie) tra le patch che il mittende ha disposto. In questo, le proprietà di indefinitezza del contorno e sovrapponibilità parziale delle patch sono utilissime: permettono di facilitare assai la costruzione di un cammino ininterrotto che passi senza soluzione di continuità tra le patch, e che unisca il mittente al destinatario.
Nel caso invece di un monologo o di una descrizione, la rappresentazione verbale di un concetto da esprimere può essere qui tradotto nella copertura attraverso toppe della iper-superficie che il concetto occupa nello spazio comunicativo (se il mittente ha chiaro il messaggio da comunicare, sa visualizzarlo nello spazio comunicativo e saprà trovare le toppe adatte a trasmetterlo efficaciemente - questo almeno è quel che si crede nell'adagio "rem tene, verba sequentur"). Parole vaghe occupano più spazio e dipingono il concetto in maniera più rapida ma meno precisa, mentre tecnicismi e sottigliezze aggiungono quei dettagli che solo la precisione (fine-graining) di patch minuscole possono rendere.
Corollari:
1) Una comunicazione diventa ridondante quando nello spazio comunicativo le strutture utilizzate danno luogo a più cammini equivalenti ed ugualmente percorribili tra mittente e destinatario, o se l'unico cammino possibile è tanto largo e sicuro da impedire che il destinatario lo manchi o che egli si smarrisca nella traduzione.
2) La raffinazione del linguaggio (ovvero la definizione univoca dell'ambito e del confine semantico delle parole, e la drastica riduzione delle loro accezioni contestualmente possibili) corrisponde ad una miniaturizzazione dello spazio occupato dalle corrispondenti iper-sfere nello spazio semantico. Nelle intenzioni, questo dovrebbe rendere la definizione del significato e la sua trasmissione più facili nel corso di una comunicazione; si tratta di comporre un ponte tra mittente e destinatario molto solido e assai vincolante perchè strettissimo. Perchè questo funzioni, occorre in effetti molto allenamento - come si richiede ad ogni forma di equilibrismo.

Eccola qua, l'ennesima iper-semplificazione di un'operazione assai complessa come la comunicazione verbale.

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