sabato 9 gennaio 2010

La Rete è matriarcale?


La più soprendente eterogenesi dei fini della storia recente sta mettendo a disposizione di una parte crescente delle popolazione umana uno strumento cognitivo rivoluzionario e polimorfo, pervasivo e penetrante, distribuito e robusto. Internet, nelle sue molteplici manifestazioni e modalità di accesso, è uno dei principali motori dell'appiattimento del mondo in cui viviamo (secondo la metafora di T. Friedman). Il potere di Internet come mezzo di emancipazione informativa e aggregazione sociale viene celebrato in molte sedi, salvo da chi di Internet ha paura; mentre le sue potenzialità, che appaiono già vertiginose considerando l'evoluzione socio-economica che la sua introduzione ha avviato in pochi decenni, rimangono probabilmente in buona parte da esplorare e nondimeno da valutare. Qui suggeriamo un punto di vista aggiuntivo.
La struttura distribuita della Rete permette di aggirare il secolare monopolio informativo mediato e declinato dai mass-media tradizionali. In questo modo l'informazione cessa di fluire soltanto da uno a molti, ma può propagarsi anche da molti a molti secondo una miriade di percorsi alternativi, più o meno diretti. Questo rende la distribuzione dell'informazione assai più rapida, più efficace (in qualche modo recuperando un sapore di passaparola), capace di evitare filtri di varia sorta e resistente alle perturbazioni (grazie alle proprietà topologiche della Rete stessa sfruttate dai protocolli comunicativi). A un livello più fondamentale, questo corrisponde all'introduzione di una struttura orizzontale (paratattica, di coordinazione, decentrata) al posto di una eminentemente verticale (ipotattica, di subordinazione, concentrata) nella veicolazione dell'informazione. Nel mare della Rete sembrano saltare le gerarchie e le ipostatizzazioni consolidate per far posto a collaborazioni laterali poco vincolate da spazio e tempo, in cui ogni partecipante, pur mantenendo la sua individuale personalità, è coinvolto in una sinergia collettiva anche a scapito della sua peculiare singolarità.
Questo appiattimento - più fondamentale del precedente, difficilmente arrestabile sebbene insistentemente osteggiato dagli estranei - sembra tendere o quantomeno assomigliare ad una organizzazione matriarcale. Oltre alle varie caratteristiche già menzionate, il carattere matriarcale apparentemente sotteso dalla Rete potrebbe ulteriormente giustificare, se non rafforzare, la sua apparenza sovversiva e destabilizzante agli occhi della società patriarcale individualista che suo malgrado l'ha partorita.
L'estenzione di una simile ristrutturazione delle connessioni interpersonali ad altri domini della civiltà aprirebbe scenari nuovi ed affascinanti - sebbene non ci sia da aspettarsi una panacea globale. E' tuttavia stimolante pensare come anche in campo energetico - l'altro cardine della civiltà, accanto all'informazione - la progressiva adozione di fonti rinnovabili distribuite (come il solare e l'eolico, in primis) si possa inscrivere nella stessa tendenza alla coordinazione e all'organizzazione decentrata che è propria del paradigma della rete - matriarcale.

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